Ok. Tutto torna e pare che ora sia il turno degli anni '90.
Quel decennio per me coincide con l'adolescenza.
Anni di ribellione interiore, perchè si sa Ogniadolescenzacoincideconlaguerra, rivolta tuttora non estintasi.
Ho avuto la fase Take That, poi ho compiuto 12 anni e Kurt Cobain mi ha salvato la vita.
Il mio corpo si è formato sotto una t-shirt con la sua immagine ed una camicia a scacchi in flanella verde.
Tutto il grunge è la spina dorsale che continua a mantenermi eretta.
Ho indossato un pò di tutto.
Adoravo il mio bomber arancione, le All Stars macilente, la salopette in jeans alla SupermarioBros, i varsity jackets, le camicie alla coreana, i pantaloni baggy, da cui spuntavano sempre slip Calvin Klein.
Forse ero un disastro visivo, forse ero un disastro su tutta la linea, ma ero avanti, più sveglia, più interessata, più consapevole.
E poi c'erano i riferimenti, le persone, che non volendo mi hanno formata con amore: River Phoenix, P.J. Harvey, Nick Cave, Winona Ryder, Kurt & Courtney, California Skate, My own private Idaho, Manuel Agnelli, Johnny & Kate, il trip hop, i Blur, Grace, Liv Tyler, Vincent Gallo qualche secondo in Basquiat ed è amore eterno, Reality Bites e potrei continuare per ore.
E' passato molto tempo.
Per me è come se fosse ieri.